A tutti i ciclisti vecchi e nuovi che ci hanno onorato della loro amicizia
A quelli che ci hanno lasciato... per loro in cielo non c’è mai vento
PREFAZIONE
Questa piccola raccolta di storie e racconti ambientata nel SULCIS, lungi dall’essere un”caso letterario”, è permeata dalla volontà di “trasformare”, mi sia consentito il virgolettato,questo territorio da non luogo, come sovente avviene per coloro che approdano nei luoghi di vacanza, spesso per la scarsa disponibilità di tempo, a luogo di conoscenza , non solo dei posti ma anche delle persone,dei siti, dei nostri modi, esagerando, della nostra cultura , intesa ovviamente in senso lato ,da quella del bracciante al contadino , dal commerciante all’artigiano, dall’operaio dell’industria al minatore , portandoli a vivere dal di dentro la nostra realtà, soprattutto,quella, come citiamo nel nostro programma organizzativo, che pur troppo scompare. Speriamo di suscitare nei residenti la volontà di tutelare, oltre che approfondire, mossi dalla curiosità e dalle suggestioni la conoscenza del Sulcis e dintorni, e nei nostri ospiti il desiderio di voler tornare, per scoprire da angolazioni diverse il nostro territorio, che non siano solo meramente turistiche, passando accanto ai contadini, ai pastori , dominando il paesaggio dai nuraghi, quasi immedesimandosi con quell’epoca e i nostri progenitori, assaporando i profumi della macchia mediterranea e dei boschi.
Discorso a parte merita la ferrovia, che innerva il Sulcis e della quale rimane solo il tracciato, meta delle nostre escursioni, tracciato che avrebbe necessità di essere tutelato nella sua integrità per renderlo fruibile al cosiddetto turismo alternativo, ovvero al trekking, agli sport equestri e ovviamente alle bike ; Ferrovia a cui ho dedicato due racconti mosso dallo spirito di narrare un periodo dove il ruolo dei treni era fondamentale ,ma come ben sa chi come me è un figlio della ferrovia, riattraversare quei posti , spesso porta alla nostalgia , ma noi siamo ottimisti e speranzosi di vederla rivivere, anche in diverse forme, dalla versione turistica o a quella di metropolitana leggera, o di vederla almeno riattata a pista ciclabile ed altro, come già detto; essa per noi in fondo è come la ciminiera per un operaio, il castello per i minatori ,i cascinali dei medaus per i contadini, cogliendo qui l’occasione per ringraziarli anche per una bottiglia d’acqua o un aiuto di cui si ha bisogno quando si va in giro, e credetemi è un autentica gioia rivedere dei giovani imprenditori agrari, che fanno rinascere le vecchie fattorie, sperando di non recar loro troppo disturbo, col nostro passaggio.
Concludo, chiedendo scusa ai puristi per gli errori grammaticali e non, i miei primi professori di Italiano si rivolterebbero nella tomba, gli altri si guarderebbero bene dal finirci dentro, visto ciò che gli aspetta in quella sede, anche se alcuni sono voluti , come ad esempio i passaggi da terza a prima persona,e questa se vogliamo è una piccola chiave di lettura, in quanto mi è stato difficile narrare diversamente, fatti di cui sono stato testimone o ascoltatore diretto, oppure l’immedesimazione con i personaggi data dalla conoscenza della realtà dei luoghi, tutti reali e visitabili grazie alla SULCIS BIKE CROSS COUNTRY .